Francesco Abate

Oggi il nostro blog ha il piacere di intervistare un autore che abbiamo conosciuto recentemente e che si è prestato gentilmente a rispondere alle nostre domande. Auguriamo un futuro luminoso e lo ringraziamo. Intanto però, conosciamolo.
1)Chi è Francesco Abate nella vita, cosa fa?
Chi sono non credo di averlo capito ancora troppo bene. Sono un uomo che cerca la tranquillità, ma allo stesso tempo non esita a lanciarsi in imprese un po’ folli; sono una persona che ama la solitudine, ma trova piacere nel condividere con tanta gente le proprie idee e i propri sentimenti, oltre che parte del proprio tempo libero; sono un razionale un po’ passionale, un ateo un po’ credente… insomma, sono un misto di tante cose, credo sia difficile definirmi. Diciamo, giusto per dare una risposta concreta alla domanda, che sono una persona come tante, che però coltiva la propria unicità e vuole affermarla (come dovremmo fare tutti).
Quel che faccio è molto più semplice, sono un impiegato comunale.
2) Quale sarebbe il sogno che vorresti realizzare?
Sicuramente quello di potermi dedicare a tempo pieno alla scrittura, cosa che adesso per motivi di lavoro non posso fare. La scrittura è la manifestazione più autentica di quello che sono, potermici dedicare a tempo pieno mi permetterebbe di coltivare con maggiore cura quello che ho nell’anima.
3) Cosa non sopporti nelle persone e che cosa invece tolleri?
Non sopporto miliardi di cose, e altrettante ne tollero. Di certo trovo intollerabile la superficialità. Credo che nella vita si possa essere qualsiasi cosa, pensare qualsiasi cosa, ma mai si dovrebbe cedere alla tentazione di essere superficiali, di elaborare un’idea o un giudizio senza aver prima analizzato attentamente tutte le componenti. Purtroppo viviamo nell’epoca della superficialità, assistiamo di continuo alla corsa verso il giudizio o l’idea più tagliente, elaborata però senza una vera riflessione, al solo scopo di fare male o di ottenere l’approvazione della gente.
Quello che tollero di più invece è il cinismo, quando ovviamente non danneggia in modo eccessivo nessuno. Lo tollero perché mi rendo conto che oggi per sopravvivere spesso bisogna essere cinici, a farsi troppi scrupoli si rimane quasi sempre fuori dai giochi.
4) Se avessi la sfera magica, cosa vorresti vederci dentro?
La verità. Mi piacerebbe conoscere la verità riguardo gli eventi del mondo, da quelli globali a quelli personali, e sono sicuro che solo con la magia possa essere conosciuta.
5) Puoi raccontarci del tuo primo approccio alla scrittura?
Ero bambino e mi piaceva riscrivere le storie che vedevo nei cartoni animati al cinema o in tv. Poi, appasionato di calcio, cominciai a scrivere l’andamento di campionati immaginari. La prima storia completamente frutto della mia immaginazione, un racconto breve che non so neanche dove sia finito, la scrissi a quattordici anni. Da allora non mi sono più fermato.
6) Qual’è il tuo progetto attuale (se ce lo puoi raccontare) e quale/i quelli futuro.
Sto correggendo un romanzo sull’immigrazione, poi lo sottoporrò alle case editrici sperando che a qualcuna piaccia. Contemporaneamente sto lavorando a una raccolta di poesie più intima di “Inferno”, che credo vedrà la luce tra qualche anno, e sto cominciando a elaborare un romanzo di cui non dico niente perché è ancora in fase embrionale.
7) Ti succede di lavorare a più di un progetto insieme?
Sì, spesso. Diciamo che comunemente scrivo in contemporanea romanzi e poesie, perché queste ultime le scrivo con meno regolarità e vi dedico meno tempo. Mi è anche capitato di elaborare più di un romanzo contemporaneamente, ma finisco sempre per lasciarne uno da parte perché la stesura del romanzo richiede costanza e ritmi quanto più serrati possibile.
8) Che musiche ascolti mentre scrivi e quali ti fanno “spaziare” con la fantasia?
Un po’ di tutto, molto dipende anche dal periodo. In passato ascoltavo molto rock, ora mi aiuta di più il metal sinfonico, anche se rock e punk non mancano mai. Spesso, quando voglio qualcosa di più morbido, scelgo il cantautorato italiano, e ultimamente spesso mi capita di ascoltare Branduardi.
9) Riscrivi, cancelli, correggi, rimoduli o.. fila tutto liscio alla prima stesura?
All’inizio scrivevo di getto e correggevo poco o nulla, adesso ho capito che un’attenta correzione è fondamentale. Difficilmente arrivo a sconvolgere l’andamento della storia e la sua struttura, però correggo e riscrivo tanto. La mia tecnica è quella di far passare un po’ di tempo tra la prima stesura e la correzione, perché subito dopo partorita l’opera sembra sempre un capolavoro; lasciando scemare un po’ l’emotività, quell’amore che si prova per la propria opera, la lettura diventa più obiettiva e si trovano tante cose migliorabili.
10) Scrittura o lettura? Trovi sempre il tempo per…
La lettura. Ritengo fondamentale rapportarsi con gli altri scrittori e soprattutto con le altre idee; chi vuole scrivere, e in generale chi vuole manifestare qualcosa, deve prima di tutto leggere e ascoltare, interiorizzare quanto più possibile. Sono convinto che leggere faccia parte dello scrivere: se non leggi, scriverai sempre cose banali e ripetitive.

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