Intervista

FEDERICA TORDELLA

Oggi, il nostro blog, ha il piacere di avere ospite Federica Tordella, autrice di : “Il silenzio nel mondo di kugiso. Ringraziamo l’autrice per aver risposto alle nostre domande e le auguriamo il futuro luminoso che certamente merita.

1) Chi è Federica Tordella nella vita, cosa fa? 

Sono una mamma e una bancaria.

Fino al conseguimento della maturità linguistica, la mia predisposizione per le materie umanistiche e linguistiche mi ha permesso di dare sfogo a unacerta dose di creatività; poi mi sono iscritta alla Facoltà di Economia e Commercio di Torino, con materie più aride da questo punto di vista, ma che, pur in un campo non da subito a me congeniale, mi hanno consentito di laurearmi e di scoprire il mondo dell’economia e della finanza, di cui fino a poco prima non sapevo assolutamente nulla.

Dopo diverse esperienze lavorative sono approdata in banca e lì sono rimasta fino ad oggi. 

Le mie passioni sono, oltre alla scrittura, la lettura, la corsa e la montagna.

2) Quale sarebbe il sogno che vorresti realizzare? 

Di sogni ne ho molti: dai viaggi, all’ascensione dicime che mi stanno aspettando da troppo tempo, alla scrittura di nuovi libri, eventualmente anche in collaborazione con altri autori. 

Il Sogno, con la “S” maiuscola, sarebbe in realtà qualcosa di molto semplice: gestire una libreria sul mare, dove riuscire a trovare il tempo per scrivere e correre, e di tanto in tanto fare un trekking in montagna.

3) Cosa non sopporti nelle persone e che cosa invece tolleri? 

Non sopporto le troppe parole: quando questesuperano quello che per me è il giusto limite,divento insofferente e diffidente, perché ho la sensazione che si stia togliendo spazio ai fatti e che si stia nascondendo qualcosa. Non escludo che da parte mia possa esserci anche un po’ di invidia verso chi sa parlare a lungo, essendo iogeneralmente piuttosto sintetica e poco loquace.

Tendo invece a tollerare i limiti delle persone, dovuti  ad incapacità, ad ignoranza o a cause di altra natura, purché accompagnati da umiltà econsapevolezza. Non saremmo umani se non avessimo dei limiti, ma è importante esserne consapevoli e impegnarsi per provare a superarli.

4) Se avessi la sfera magica, cosa vorresti vederci dentro? 

Vorrei vedere realizzata quella che mi piace chiamare “Convergenza” (ho scritto un racconto su questo argomento), in un mondo in cui la giustizia, la democrazia, l’uguaglianza siano concetti già insitiin tutte le persone sin dalla nascita e dove quindi sia spontaneo per chiunque porsi innanzi tutto dalla parte della collettività e solo secondariamente dalla parte del singolo. Sarebbe un mondo senza leggi, né giudici né avvocati né prigioni … 

Si chiama Utopia, lo so, ma stavamo parlando di sfera magica …!

5) Puoi raccontarci del tuo primo approccio alla scrittura? 

Il tema in classe, come più o meno accade a tutti. Adifferenza di altri studenti, quando a scuola c’era iltema in classe io ero felice, perché svolgerlo mi piaceva e mi dava soddisfazione. 

Anche a casa ho sempre scritto appunti e riflessioni per me stessa, racconti, lettere. Purtroppo il lavoro che svolgo non ha nulla a che fare con la scrittura, motivo per cui negli ultimi anni avevo abbandonato questa attività, finché un giorno ho deciso di provare a scrivere quel libro che avevo in testa da tanto tempo e che non avevo mai iniziato a sviluppare concretamente.

6) Qual è il tuo progetto attuale (se ce lo puoi raccontare) e quale/i quelli futuro. 

Attualmente sto lavorando ad un nuovo romanzo,ma fatico a trovare il tempo e manca ancora qualche buona idea per renderlo originale.

Un progetto futuro al momento non c’è. Ci sono tanti “mi piacerebbe”, come la libreria cui ho accennato, oppure un part-time che mi consentirebbe di avere più tempo per scrivere.

Sì, ma più per necessità che per volontà. 

Trovo che lavorare ad un progetto per volta sia il modo migliore per immergermi a fondo nel lavoro. Quando inizio un nuovo progetto avendone già uno in corso, il secondo mi distrae dal primo e me ne allontana, facendomi perdere la concentrazione. 

8) Che musiche ascolti mentre scrivi e quali ti fanno “spaziare” con la fantasia? 

Sicuramente la musica può essere fonte d’ispirazione e dall’ascolto possono scaturire idee: penso ai Pink Floyd, agli Alan Parson Project, a Fabrizio De Andrè, a Paolo Conte, … Per quanto mi riguarda è però vero che mentre scrivo la musica rappresenta una distrazione; durante la scrittura sono concentrata solo sulla pagina e anche se è presente una musica di sottofondo in realtà non l’ascolto. 

La situazione ideale è per me il silenzio assoluto, benché poche volte riesca a lavorare in queste condizioni. Tutte le altre volte sono circondata da rumori, che mi sforzo di isolare per concentrarmi su ciò che sto scrivendo.

9) Riscrivi, cancelli, correggi, rimoduli o.. fila tutto liscio alla prima stesura? 

Pasticcio talmente tanto che non avrei mai portato a termine un libro se non esistesse il computer. 

Di solito scrivo di getto un paragrafo più o meno lungo. Anche se sovente mi sfuggono i termini più appropriati, butto sulla pagina il flusso di pensieri, pur di impostare il pezzo. Successivamente torno più volte sullo stesso paragrafo e con calma lo aggiusto, sposto le frasi, cerco le parole giuste.

Il romanzo nasce da una struttura iniziale molto schematica e precaria; mano a mano che procedo con la storia sposto interi paragrafi e inserisco capitoli, modificando più volte per rendere il tutto più coerente. 

10) Scrittura o lettura? Trovi sempre il tempo per …

Lavoro in banca a tempo pieno, ho una famiglia, non potrei mai rinunciare a qualche ora di sport durante la settimana, eppure, con fatica, riesco a ricavare il tempo sia per la lettura che per la scrittura.

La lettura è irrinunciabile e di solito riesco a dedicarmici quando vado a letto, sebbene capiti che causa della stanchezza non riesca a leggerepiù di una pagina per sera. Altre volte invece leggo assiduamente, soprattutto in estate. 

Per quanto riguarda lo scrivere, di solito mi siedo davanti al computer dopo cena, l’unico momento della giornata in cui riesco a ritagliarmi un po’ di tranquillità.

Il tempo che dedico a questa attività dipende anche da quanta soddisfazione mi sta dando ciò che scrivo. Se sono soddisfatta, allora mi porto il computer ovunque e scrivo anche nei ritagli di tempo; se invece ho poche idee tendo a rallentaree a rimandare. In questi casi devo impormidisciplina e obbligarmi a sedermi davanti al PC anche solo per pensare e mettere giù qualcosa.

Il silenzio nel mondo di Kugiso https://amzn.eu/d/0jll9VO

Augurissimi dallo Staff

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