Roberto Paradiso
Oggi il nostro blog ha il piacere di ospitare l’autore Roberto Paradiso che abbiamo conosciuto con il suo romanzo “Noi abbiamo usato le matite”. Ringraziamo l’autore e auguriamo un futuro luminoso. Conosciamolo meglio.

1. Chi è Roberto nella vita, cosa fa?
Mi presento: il mio nome è Roberto Paradiso, sono nato a Roma nel 1965, divorziato, padre di tre figli oramai adulti, di mestiere faccio il bancario. Da quando ho memoria ho sempre avuto la passione di tutto ciò che va veloce: dalla Formula uno agli aerei (ho preso anche la licenza di pilota privato) alle missioni spaziali. Vivo a Pescara dal 2004, attualmente convivo con la mia compagna, adoro pattinare il sabato mattina.
2. Quale sarebbe il sogno che vorresti realizzare?
Mi reputo una persona fortunata perché ho avuto modo di realizzare tanti sogni, ma ne ho ancora tanti altri nel cassetto. Per esempio, per i miei sessant’anni, vorrei regalarmi un viaggio a Baikonur per assistere ad un lancio lì dove tutto è iniziato. Vedremo… Ho altri tre anni di tempo!
3. Cosa non sopporti nelle persone e che cosa invece tolleri?
Non sopporto le persone che non hanno coraggio… Quelli che si nascondono e poi, guarda caso, hanno sempre ragione! Nella vita bisogna osare, alle volte si sbaglia ma il bello degli errori è che si impara. Per il resto tollero tutto di buon grado, purché la tua libertà non vada a condizionare la mia.
4. Se avessi la sfera magica, cosa vorresti vederci dentro?
Vorrei rivedere il passato, rivedere le persone care che non ci sono più… I miei genitori, i miei nonni e tutte quelle persone che mi hanno accompagnato nella vita e che non posso più ritrovare. Il futuro non lo vorrei conoscere perché il nostro futuro ce lo costruiamo giorno per giorno.
5. Puoi raccontarci del tuo primo approccio alla scrittura?
Già dalle scuole elementari. La mia maestra, ancora per fortuna vivente con la quale ci sentiamo spesso, spesso leggeva in classe i miei temi. Ricordo di aver anche scritto su di un quaderno una storia sullo stile di Guerre Stellari (considerate che, nel 1977, Star Warsvenne distribuito in Italia con il titolo tradotto. Per me sarà sempre Guerre Stellari…): chissà che fine ha fatto… Ma è alla fine degli anni 90 che inizio a lavorare su qualcosa di più originale. Dopo una lunghissima gestazione, termino (nel 2011!) una raccolta di racconti di fantascienza che poi ho pubblicato, in self publishing col titolo “Storie di anime e di mondi”. Ovviamente si è trattato più di una soddisfazione personale che di volontà di diventare scrittore e di emergere in tal senso.
6. Qual è il tuo progetto attuale (se ce lo puoi raccontare) e quale/i quelli futuro.
Ho due progetti nel cassetto: uno è un libro che sto scrivendo (senza troppa fretta) a quattro mani insieme ad un amico con il quale sono venuto in contatto proprio grazie all’attività del blog. L’argomento? Beh, per ora non voglio svelarlo… Il secondo progetto è un podcast che vorrei iniziare al più presto. Poi c’è un’altra cosa. Vorrei coronare questa mia attività col suggello dell’iscrizione all’albo dei giornalisti. Amo raccontare storie ed è il traguardo che mi prefiggo nel prossimo futuro.
7. Ti succede di lavorare a più di un progetto insieme?
Sì, spesso. Quando arriva la nuvoletta con l’ispirazione, non la lascio scappare. Alle volte mi interrompo per riprendere dopo, ma non lascio scappare il momento.
8. Che musiche ascolti mentre scrivi e quali ti fanno “spaziare” con la fantasia?
Spesso scrivo con la musica in sottofondo. Non ho un genere che preferisco poiché a me piace ascoltare un po’ di tutto. I miei preferiti quando scrivo, però, sono i Pink Floyd e la musica Jazz.
9. Riscrivi, cancelli, correggi, rimoduli o… Fila tutto liscio alla prima stesura?
Di solito la prima stesura è buona al 90%, ovviamente c’è sempre qualcosa da rivedere, ma non ho mai stravolto qualcosa già scritto. Più che altro rivedo lo stile, magari aggiungo qualche nota di colore o qualche battuta, perché anche nel raccontare storie vissute, bisogna metterci un pizzico d’ironia. Parlando di missioni spaziali e di persone che le hanno realizzate, bisogna essere leggeri per non stancare chi legge e, magari, non è del settore.
10. Scrittura o lettura? Trovi sempre il tempo per…
La mia compagna, Federica, ogni sera mi trova che leggo qualche riga prima di spegnere la luce… Penso sia una buona abitudine per dormire bene. In merito allo scrivere, quando arriva la nuvoletta, come ho già accennato, la afferro senza farla scappare per cui trovo il tempo per scrivere.
Rispondi