Esther Words
Oggi il nostro blog ha il piacere di ospitare Esther Words che gentilmente si è prestata a rispondere alle nostre domande. Ringraziamo l’autrice e le auguriamo un futuro luminoso.

1)Chi è Esther nella vita, cosa fa?
Sono una persona ansiosa, ipersensibile, ossessivo-compulsiva ma, tutto sommato, equilibrata. Stenterete a crederci, ma è così. Sono la mamma di due bambine che mi risucchiano fino all’ultimo grammo di energia e pazienza; sono anche una moglie serena e appagata. Uso la fantasia per allontanare lo stress quotidiano e gli attacchi di panico, ma anche perché sono creativa e ho tanto da raccontare ai lettori. Amo passeggiare tra la natura, gli spazi aperti e avere pochi contatti con le persone.
Per vivere, immagino a occhi aperti. Lo faccio da sempre, fin da bambina. Nella vita mi piace cucinare, leggo tanto, quando ho una storia in mente la scrivo, valutando bene se ne vale la pena. Ho studiato scrittura creativa ed editing. Lavoro sui libri degli altri e gestisco una collana editoriale.
2) Quale sarebbe il sogno che vorresti realizzare?
Lavorare tra i libri e con i libri è sempre stato il mio sogno. L’ho realizzato. Beh, vorrei andare in crociera con la mia famiglia, ci stiamo lavorando.
3) Cosa non sopporti nelle persone e che cosa invece tolleri?
Non amo stare con troppe persone. In generale non sopporto nessuno, nemmeno me stessa, figuriamoci gli altri. Alcuni aspetti sono davvero fastidiosi, ad esempio: chi urla sempre, chi mi tocca mentre parla, chi si lamenta in continuazione, non sopporto le bugie, la mancanza di rispetto, invadenza, arroganza, presunzione, violenza (verbale e fisica), ingratitudine, maleducazione. Potrei continuare, ma non voglio annoiarvi.
Tutti abbiamo dei difetti, credo sia un atto di gentilezza e cortesia tollerare le persone… anche se preferisco evitarle. Sto bene con chi è educato e rispettoso, però è raro trovare persone con queste qualità.
4) Se avessi la sfera magica, cosa vorresti vederci dentro?
Se non mi piacesse il responso starei male per tutta la vita, alimentando le mie ansie. Ogni giorno è una possibilità, non voglio avvelenarmi prima del tempo.
5) Puoi raccontarci del tuo primo approccio alla scrittura?
A otto anni mi regalarono “Piccole donne”. Finita la lettura, dissi: «Da grande scriverò un romanzo, venderò i miei lunghi capelli e lo pubblicherò». Con questa fissazione in testa, iniziai a scrivere qualche poesia. Ogni anno compravo un diario nuovo per i miei pensieri. Ho sempre scritto e letto tanto. Con il tempo – e la vita che ci mette lo zampino – questo desiderio si è smorzato. I primi amori ti distraggono e, a volte, distruggono. Solo quando ho ritrovato la mia labile serenità ho ripensato alla scrittura. Agli anni sprecati, alle rinunce.
Un sogno ricorrente mi ha spinto a superare quello scoglio, quella paura di iniziare a scrivere. Due personaggi, per una settimana, mi sono venuti in sogno. Non li conoscevo, eppure mi emozionavano. Mi svegliavo nel cuore della notte e avevo le guance bagnate di lacrime. Era un coinvolgimento viscerale che non potevo trattenere dentro di me. Così l’ho scritto. Nel lontano 2014, pubblico in self “La forza dell’amore”. Romanzo oggi ritirato dalle vendite per un nuovo progetto editoriale. Incrociamo le dita.
6) Qual è il tuo progetto attuale (se ce lo puoi raccontare) e quale/i quelli futuro.
Attualmente sto scrivendo una storia che parla di un amore interrotto, raccontato dai due punti di vista dei protagonisti.Inoltre, racconto il passato della protagonista e le bugie della madre che saranno svelate.
Se avessi tempo scriverei sempre. Ho diciotto appunti di trame su cui vorrei lavorare, ma dovrei smettere di dormire.
7) Ti succede di lavorare a più di un progetto insieme?
Ho provato ma non ci riesco. Si accavallano le idee, i luoghi, i protagonisti. Con l’esperienza sono diventata molto schematica, devo avere un quadro d’insieme per scrivere senza pasticci.Immedesimarsi nei protagonisti è difficile, se sono complessi come piacciono a me. Di solito hanno problemi pregressi, passati tormentati e frustrazioni da risolvere. I protagonisti banali e adattati ai soliti cliché non stimolano la mia creatività.
8) Che musiche ascolti mentre scrivi e quali ti fanno “spaziare” con la fantasia?
Mi rilassa la musica del pianoforte. Quando scrivo, ascolto sempre un album in particolare, suonato da Richard Clayderman.
Alcuni artisti italiani sono dei veri poeti, da Vasco a Biagio Antonacci, da Ultimo a Max Pezzali. Le loro canzoni solleticano la mia fantasia. Da una sola frase, potrei creare un libro.
9) Riscrivi, cancelli, correggi, rimoduli o fila tutto liscio alla prima stesura?
Questa frase di Dorothy Parker mi rappresenta alla perfezione: “Io sono quel dannato tipo di persona che scrive a fatica sette parole e ne cancella cinque”.
Divento esigente quando scrivo. Mi focalizzo su una frase, su una parola, finché non è scritta nel modo che mi soddisfa. Cancello e riscrivo anche intere scene o capitoli. Con dolore, ma lo faccio. Consegno alla CE un prodotto già quasi pulito. Un aspetto che, purtroppo, molti esordienti sottovalutano. Ovvio che l’occhio di un altro editor è più obiettivo, ma riesco a scindere l’autrice dall’editor che c’è in me, quando correggo.
10) Scrittura o lettura? Trovi sempre il tempo per…
Entrambi. Non passa giorno senza che io abbia letto o scritto almeno una pagina. Sono due attività che camminano in simbiosi, vanno di pari passo.
È stato un piacere essere con voi.
Esther Words.
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