L’ERRANZA
Il pensiero poetante
Giacinto Plescia

Trama:
Arte e ricerca scientifica, dall’ideale greco di bellezza, ai solidi platonici, alla sezione aurea ed alla prospettiva vivono un dialogo mai interrotto. Lucrezio parla del vuoto e ci fa ricordare l’indeterminazione di Heisenberg e Planck, per Galileo “la natura parla la lingua della matematica”. Sulla natura, sul problema della conoscenza e del sapere s’interroga Leopardi: la sua poesia s’intreccia alla filosofia: “questo globo ove l’uomo e nulla, sconosciuto e del tutto”, quei “nodi quasi di stelle” sono un riferimento, ante litteram, alla teoria dei nodi, alla topologia ed i versi “le nostre stelle o sono ignote, o cosi paiono… un punto di luce nebulosa” richiamano l’astrofisica: infatti, adolescente, scrisse la “Storia dell’astronomia”. Il dialogo tra poesia e filosofia e ricerca scientifica non si e mai interrotto, si può dire, per parafrasare Shakespeare: ci sono più cose nella poesia, nella filosofia e nella scienza, che in cielo e in terra.
RECENSIONE a cura di P.L.LAUREL
L’ERRANZA
Il pensiero poetante di Giacinto Plescia
In questa stupenda raccolta di riflessioni poetiche, l’autore si interroga su svariati dilemmi, esternando così un profondo pensiero per espressare il suo vero io interiore. La magia del tempo che attraversa i secoli o il silenzio dell’anima; l’essere sublime al quale da valore interiore la nostalgia della pace; regalare il nulla poiché già si possiede il tutto; I sogni imprevedibili come le onde lontane oltre le galassie. Queste espressioni profonde si leggono senza interruzioni, assaporando ogni parola che è stata attentamente elaborata.
Come quando i nostri ricordi volano nel cielo lilla e ci si sente liberi; come la sera che raccoglie le ultime visioni e poi riposa; così come riposa il nostro corpo, abbracciando i ricordi del giorno; ascoltare il suono delle stelle, cercando di comprendere del perché esse ci appaiono; vivere una notte vuota e senza sogni, è come essere completamente privi di essenza.
L’autore fa comprendere perfettamente al lettore attento che ha una grande sofferenza, un bagaglio di vita che gli è stato trafugato e per il quale ha lottato e continua a farlo. E’ palese il suo urlo silenzioso di dolore. Parole toccanti che incidono solchi profondi nel suo cuore e in quello di chi legge e che fanno sgorgare lacrime di passione repressa. Lui non vuole più giocare con la sorte, vuole solo una vita piena di estasi e non di quel dolore che lo ha visto protagonista indiscusso della sua stessa vita.
“La luce mi opprime come una ferita nella mente”. Quali parole ancora più forti, profonde possono esistere, per esternare il proprio stato d’animo senza aprirsi completamente. Sembra quasi che lo stesso autore stia chiedendo aiuto senza avere la forza di farlo, facendo interpretare al lettore il suo reale stato d’animo. Una domanda oscura per un attimo i miei pensieri: Chi era o chi è la donna che ha ispirato tali versi e perché lui a volte è così confuso.
“L’altra è l’essere e l’essere è l’altra”. Ha timore di non avere molto tempo per deridere la sua vita mortale, immaginando che forse in un’altra, potrebbe essere più fortunato. Profonde verità poetiche il lettore le evidenzia nell’estasi che si lascia consumare piano, assaporando un momento che certamente è solo suo, ma ha desiderio di condividere con il suo prossimo.
Appare inoltre evidente che il bravissimo poeta ha un vuoto nel cuore desideroso di essere colmato. Non ha più voglia di sognare, di ascoltare quella voce interna che lo distoglie dalla realtà e lo fa precipitare nel vuoto.
Quanta nostalgia e dolcezza traspare da tutto lo scritto, come il desiderio dell’uomo di “osservare oltre gli altri orizzonti”.
Mi chiedo adesso se sarei davvero capace d’amare, così come l’autore ha amato, con la stessa intensità e lo stesso trasporto.
“Sono sfinito ma non per i tuoi baci, ma per le mie idee”
Una raccolta poetica di assoluta riflessione interiore, l’autore ha molto ancora da raccontare, pur senza rivelare, un guardarsi dentro attraverso parole che incidono letteralmente, fin nel profondo, un componimento che ha dell’incredibile , complimenti. P.L. Laurel
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